Una Celeste Creatura
Tra gli Angeli rifulge per la sua bellezza spirituale, una Celeste Creatura che la Sacra Scrittura chiama “Michele”.
Il suo nome, “Mi- cha- el” significa”CHI COME Dio”. Fu questo il grido di battaglia con cui debellò Lucifero e gli angeli ribelli suoi seguaci e riunì sotto la sua bandiera tutti gli Angeli fedeli.
Postosi a capo dell’immensa moltitudine che aveva rifiutato le suggestioni di Lucifero, insorse contro costui e contro i suoi seguaci, gli rinfacciò la sua follia, lo investì con l’urto di argomentazioni ed enunciati incontrovertibili, espressi nella scrittura con la breve proposizione interrogativa, da cui il suo nome “MI-CHA-EL” ossia “CHI COME Dio”.
A San Michele è attribuito il titolo di “Arcangelo”, lo stesso titolo con cui sono designati Gabriele, che significa “FORZA di Dio”, che è l’Angelo dell’Incarnazione e Raffaele che vuol dire “MEDICINA di Dio”.
San Michele Arcangelo era già considerato dagli Ebrei come il Principe degli Angeli, protettore del popolo eletto, simbolo della potente assistenza divina nei confronti di Israele.
Nell'Antico Testamento appare per tre volte, in particolare nel libro di Daniele, dove è stato indicato come il Difensore del popolo ebraico e il Capo Supremo dell'esercito celeste che difende i deboli e i perseguitati.
"Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro".
(Dn12,1)
Nel Nuovo Testamento, S. Michele Arcangelo è presentato come avversario del demonio, vincitore dell'ultima battaglia contro satana e i suoi sostenitori. Troviamo la descrizione della battaglia e della sua vittoria nel capitolo 12° del libro dell'Apocalisse:
“ Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.
Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
"Ora si è compiuta la salvezza,
la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell'Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio,
poiché hanno disprezzato la vita
fino a morire.
Esultate, dunque, o cieli,
e voi che abitate in essi.
Ma guai a voi, terra e mare,
perché il diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di grande furore,
sapendo che gli resta poco
tempo"
Ap. 12,7-12
Nell'iconografia, sia orientale sia occidentale, S. Michele viene rappresentato come un combattente, con la spada o la lancia nella mano, sotto i suoi piedi il dragone - mostro, satana - sconfitto nella battaglia.
I credenti, da secoli, si affidano alla sua protezione qui sulla terra, ma anche particolarmente nel momento del giudizio, come recita un’antica invocazione:
"San Michele, difendici nel combattimento, affinché non periamo nel giorno del tremendo giudizio”.
L’Arcangelo viene riconosciuto anche come guida delle anime al cielo. Questa funzione di S. Michele è evidenziata nella liturgia romana, in particolare nella preghiera all'offertorio della messa dei defunti:
Signore Gesù Cristo, libera le anime dei fedeli defunti dalle pene dell'inferno ! San Michele, che porta i tuoi santi segni , le conduca alla luce santa che promettesti ad Abramo e alla sua discendenza”
La tradizione attribuisce a San Michele Arcangelo anche il compito della pesatura delle anime dopo la morte.
In alcune sue rappresentazioni iconografiche, oltre alla spada, l'Arcangelo porta in mano una bilancia.
Inoltre, nei primi secoli del cristianesimo, specie presso i bizantini, San Michele era considerato come medico celeste delle infermità degli uomini.
Egli, veniva spesso identificato, con l'Angelo della piscina di Siloe, di cui si parla nel vangelo di S. Giovanni:
"V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua, il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto" (Gv 5, 24).
San Michele, infine, ha il singolare privilegio di prestare l’ufficio dell’assistenza davanti al trono della Maestà Divina. Egli stesso si presentò così al vescovo Lorenzo: "Io sono Michele e sto sempre alla presenza di Dio ...”
Oggi, la Chiesa celebra la festa di San Michele insieme a quella di San Gabriele e di San Raffaele, il 29 settembre.
In passato, due erano le feste liturgiche in onore dell'Arcangelo : il 29 settembre, come ricordo della dedicazione della Basilica e l'altra, 1'8 maggio, anniversario dell'apparizione di San Michele al Gargano.
A partire dall’ XI secolo, queste due ricorrenze particolari del Santuario del Gargano si diffusero in tutta l’Europa. Nel Medioevo entrambe venivano collegate con il Gargano.
La festa dell’Apparizione di San Michele l'8 Maggio fu istituita dal papa Pio V (1566-1572).
A San Michele furono dedicate diverse chiese, cappelle e oratori in tutta l’Europa. Spesso l'Arcangelo viene rappresentato sulle guglie dei campanili, perché è considerato il guardiano delle chiese contro satana.
Numerose città in Europa lo venerano come Santo Patrono; in Italia troviamo sotto la sua protezione più di 60 località. A Lui si sono affidati interi popoli come i Longobardi, e sovrani come Carlo d'Angiò, grande protettore del Santuario del Gargano, e i regnanti della dinastia dei Valois.
San Michele è anche protettore di numerose categorie di lavoratori: farmacisti, doratori, commercianti, fabbricanti di bilance, giudici, maestri di scherma, radiologi. Alla sua protezione si affidano la polizia e i paracadutisti di Francia e d'Italia.